" Prenoto il posto in treno, in tempo. Quando arrivo
alla stazione, non salgo subito. Aspetto. Guardo tutte
le riviste esposte all'edicola, compro una bottiglia
d'acqua al distributore automatico. Poi, poco prima
che il treno parta, due o tre minuti prima, salgo sulla
mia carrozza. E mi avvicino al mio posto speranzoso.
Spesso lo capisco anche da lontano. Se è libero, metto
il bagaglio in alto e prendo posto.
Deluso.
Perchè mi piace tanto trovare qualcuno che si è
seduto al mio posto, sperando che io non arrivi.
Lo so che ha guardato l'orologio un sacco di volte,
lo so che ogni volta che si avvicinava qualcuno temeva
che fosse colui che reclamava il suo posto; lo so che
ogni volta ha tirato un sospiro pieno di speranza. E lo
so che ora, un paio di minuti prima della partenza, crede
di avercela fatta.
In quel momento, arrivo io.
Con il mio diritto inalienabile di farlo alzare. Io che
fino a qualche anno fa temevo di trovare qualcuno seduto
al mio posto perchè mi vergognavo di farlo alzare, mi
dispiace. Adesso, sono diventato stronzo e mi piace.
" Scusi, ma questo posto sarebbe occupato". E mostro
il biglietto. Dico "sarebbe" per fornigli la possibilità
di sperare ancora un pochino che io dica: ma non
fa niente.
E invece non mi muovo. E lui, umiliato, se ne va,
scappa quasi, in cerca di un altro posto."
da " Momenti di trascurabile felicità" - F. Piccolo
* Alla stazione *
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
0 commenti:
Posta un commento